La caldaia è oggetto di una manutenzione obbligatoria, discorso valido in tutta Italia. Va detto, però, che ogni regione detenga regolamenti ben specifici.
Ma cosa si intende per “manutenzione obbligatoria“? Cosa comporta la prassi in questione?
La pratica consiste in due operazioni differenti, utili per verificare che la caldaia funzioni in modo efficiente: la manutenzione ordinaria e il cosiddetto controllo dei fumi.
Generalità sulla manutenzione della caldaia
Si parla di “manutenzione” quando si fa riferimento a tutte quelle operazioni finalizzate a perservare gli apparecchi e le componenti di un impianto nel corso del tempo. La preservazione si rende essenziale per garantire sicurezza agli impianti, oltre alla funzionalità e alle questioni inerenti il contenimento della spesa energetica.
Va eseguita ogni anno? No. La manutenzione andrà effettuata in base alle scadenze riportate sul libretto della caldaia.
Il libretto è un documento obbligatorio dal 2014, che chiunque disponga di un impianto di climatizzazione estiva e/o invernale deve poter possedere. All’interno del documento andranno inseriti tutti i vari interventi effettuati sull’impianto, dalla prima accensione sino a qualsiasi intervento ordinario (anche manutenzione) o straordinario.
Va precisato, però, che non mancano le ditte che non si siano impegnate nello specificare termini relativi alla manutenzione delle caldaie prodotte. Per far fronte a questa “mancanza”, i possessori di una caldaia sono tenuti a consultare le leggi presenti a livello regionale, in modo tale da evitare di andare incontro a un illecito.
Per quanto riguarda le disposizioni nazionali, in possesso di impianti inferiori a 35 kW di potenza sono tenuti a:
- effettuare un controllo annuale per le caldaie non alimentate a gas;
- effettuare un controllo ogni 2 anni per le caldaie a gas (GPL o metano, se installate da più di 8 anni;
- effettuare un controllo ogni 4 anni per le caldaie a gas installate da meno di 8 anni (e con la presenza di una camera stagna di tipo C);
- effettuare un controllo ogni 2 anni per le caldaie dotate di camera stagna di tipo B, o anche disponenti di un generatore di calore ad acqua calda (nonché con focolare aperto e installate dentro locali abitati).
Costi e sanzioni inerenti alla manutenzione (o alla non esecuzione della stessa)
La manutenzione della caldaia può avere un costo che varierà dagli 80 ai 100 euro. L’esecuzione del controllo è ad appannaggio di un tecnico competente, sia esso l’installatore della caldaia stessa o un manutentore in grado di portare a termine interventi di questo tipo.
Ma cosa accade nel caso in cui non si proceda con la revisione?
Innanzitutto, si metterebbe in pericolo l’abitazione. Sul piano economico, però, si potrebbe andare incontro a sanzioni, partendo da 500 euro e giungendo sino a un massimo di 600, qualora l’utente non disponga nemmeno del libretto dell’impianto.
E non è tutto.
La mancata revisione comporta sanzioni che vanno dai 50 euro sino a un massimo di 200. Ciò fa ben intendere come la prassi detenga un’importanza rilevante – non sarebbe così, se le sanzioni fossero di minore entità – e, pertanto, si consiglia di rispettare le regole e seguirle nella loro interezza.
Alcune informazioni sul controllo dei fumi
Al di là delle procedure inerenti alla manutenzione, il possessore della stessa sarà tenuto anche ad eseguire una pulizia annuale (non obbligatoria) della caldaia. In questo modo, si potrà mantenere l’impianto sempre efficiente, prevenendo eventuali guasti.
A proposito del controllo dei fumi, quest’ultimo consiste in un test atto alla verifica della regolazione del bruciatore.
Il test permette di determinare la temperatura dei fumi prodotti dalla combustione, nonché gli specifici valori di tiraggio della caldaia.
Oltre a tutto ciò, l’analisi dei fumi consente anche di misurare i valori inquinanti dell’impianto stesso.