Come si risolve il problema secolare dell’arretratezza del Mezzogiorno d’Italia? Affrontare in un breve post un problema che ha affascinato generazioni di studiosi che si sono impegnati in studi e ricerche per anni – da Benedetto Croce ad Antonio Gramsci, da Manlio Rossi Doria a Giustino Fortunato – può sembrare sciocco e presuntuoso. Ma qui non si vogliono esporre teorie raffinate, soluzioni da grandi economisti, scelte di politica o decisioni degne di grandi sociologi. No, qui si vuole portare un piccolo esempio di quello che si può fare subito, hic et nunc, come direbbe un intellettuale. Per risolvere il problema del Sud bisogna, anche, affrontare le cose con le piccole scelte e i piccoli passi. Certo servirebbero grandi investimenti per creare nuovi posti di lavoro, servirebbero grandi infrastrutture che rendessero migliore la competitività delle imprese meridionali, servirebbe una politica industriale e un marketing territoriale che portasse nuovi investimenti provenienti dal Nord Italia e dall’estero. Ma serve anche un cambiamento culturale, una rivoluzione nelle coscienze, che faccia abbandonare l’idea del posto fisso nella pubblica amministrazione come sogno e soluzione di tutti i mali, e faccia scegliere opportunità più rischiose, che mettano in gioco le persone, che si misurino sul mercato. Ci sono tante attività che potrebbero essere sperimentate e che invece fanno fatica, anche nel “povero” Sud a trovare risorse adeguate. Facciamo due esempi di quello che stiamo dicendo: l’artigianato artistico e il lavoro commerciale. Che rapporto c’è tra questi due settori? Nessuno, se non il fatto che nel primo e nel secondo caso il Sud ha grandi potenzialità, ma fa fatica a trovare le persone giuste per superare i problemi. L’artigianato artistico, pensiamo ad esempio alla ceramica, ha grandi potenzialità, perché fa parte delle cose che i clienti chiedono, è parte del fascino turistico di una località (Vietri sul Mare, o Caltagirone) eppure le botteghe fanno fatica a trovare giovani che portino avanti una tradizione secolare che rischia di scomparire.
E, cambiando completamente settore, il lavoro commerciale, specialmente quello tecnologicamente avanzato dei moderni call center (vedi la calabrese Accueil, che ha sedi in più regioni meridionali) offre tante opportunità, che non sempre vengono colte. E sono opportunità che offrono flessibilità nel senso buono del termine (il lavoro è compatibile con altre attività, ad esempio lo studio), e sicurezza (i contatti sono regolari e pagati secondo criteri contrattuali nazionali).