Breve biografia di Oscar Wilde.

Oscar Wilde frasi celebri

Oscar Wilde rappresenta non solo uno dei letterati irlandesi di maggior spessore, ma anche un eclettico personaggio nella scena del secondo Ottocento, ricordato oltre che per le sue opere, per i suoi famosi aforismi.

Nasce a Dublino nel 1854 da Jane Francesca Elgee, poetessa irlandese dall’eco byroniano, e Sir William Wilde, noto oftalmologo irlandese.
Oscar è il secondo di tre figli, e fino all’età di nove anni è educato a casa. Ciò non gli impedisce di riuscire ad essere ammesso al prestigioso Trinity College di Dublino: dedicandosi ai propri studi tra il 1871 e il 1874, Oscar Wilde inizia ad esser notato per il suo enorme talento e per le sue frasi celebri, che gli permette di ottenere la Berkeley Gold Medal.
Dopo esser stato ammesso ad Oxford, Wilde inizia a frequentare gli ambienti mondani dell’epoca, entrando in contatto con Walter Pater e John Ruskin. Il suo essere dandy e l’ostentazione del lusso lo porteranno a diventare celebre nel giro di poco tempo.

Pubblica il primo volume di poesie nel 1881, anno a cui segue un ingente numero di conferenze negli Stati Uniti. Wilde decide di trascorrere un mese a Parigi e al ritorno in patria sposa Costance Lloyd, una ricca irlandese che in realtà non è amata dall’eclettico artista, ma rappresenta per lui un’occasione ottima per celare la propria omosessualità. Questo aspetto del suo vivere causa enormi problemi a Wilde a causa della morale vittoriana al tempo dominante.
In seguito ad essersi separato dalla moglie nonostante la nascita di due figli, Wilde intraprende finalmente una relazione omosessuale.

Il 1891 costituisce l’anno di svolta per Oscar Wilde: il suo primo e unico romanzo, “Il Ritratto di Dorian Grey“, viene finalmente pubblicato, e gli permette di essere proiettato nell’olimpo dei letterati di maggior rilievo del secolo e non solo.

Sebbene non disponga di una preparazione teatrale di spessore alle spalle, Wilde compone ottime pièce, quali “Una donna senza importanza” (1893), “L’importanza di chiamarsi Ernesto” (1895).

Nel 1895 Wilde, all’apice della propria carriera, è accusato di sodomia in un processo che risulta essere di enorme scalpore a causa della morale del tempo.
L’artista decadente ne esce finanziariamente devastato e psicologicamente atterrito.
Nel corso della sua prigionia, Wilde compone il “De Profundis”, epistola nella quale emergono le proprie colpe passate.

Oscar Wilde finisce per trasferirsi a Parigi utilizzando uno pseudonimo, e in occasione della propria morte, avvenuta nel 1900, solo sette persone presenziano al suo funerale.

Sebbene Wilde abbia condotto una vita moralmente discutibile, le sue opere, i suoi aforismi e le sue frasi celebri  continuano a riecheggiare negli anni.

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